Luigi Frateschi (Fra Luì) nacque a Navacchio (Pisa) nel 1871 e a Pisa morì nel 1957. Come ricordò La Morina sulla rivista “Il Labirinto”, Luigi ebbe due grandi passioni: l’enigmistica e l’esperanto, Fu tra i redattori di “Fiamma Perenne”, quando questa rivista, a guerra finita, riprese le pubblicazioni sotto la guida di Stelio (tornato dalla deportazione). Con lui, Marin Faliero, Il Dragomanno, Ciampolino, Margò e La Morina. “Decidemmo allora” scriveva La Morina “Stelio, Fra Luì ed io, di assumere il nome dei tre Magi e salirono così alla ribalta rispettivamente Baldassarre, Gaspare e Melchiorre”.
In uno dei famosi “Colloqui” di Galeazzo su “Fiamma Perenne”, Fra Luì disse che il suo primo gioco lo aveva inviato a un giornaletto umoristico fiorentino, “La Chiacchiera”. Il gioco, con soluzione “Genova = vagone” era questo:
Qual è quella città che anagrammata correr la vedi sulla via ferrata?
Il gioco fa sorridere, ma bisogna pensare all’enigmistica di fine Ottocento... e al ragazzino che scopriva questa misteriosa “arte”.
Sempre a Galeazzo, il Nostro raccontò lo scherzo che gli fecero Stelio e Margò quando egli decise di compilare una specie di dizionario di anagrammi: cominciarono a inviargli tante combinazioni, che Fra Luì trascriveva diligentemente, fidandosi dei due. Ma le combinazioni erano fasulle, basate su parole inesistenti. Se ne accorse quando aprì il dizionario per controllare “pertugio = guepitro”.
Fra Luì fu l’organizzatore del Congresso enigmistico nazionale del 1924, a Pisa.
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