lunedì 13 giugno 2011

Renato il Dorico

Renato Zaccagnini (Renato il Dorico) nacque a Fermo nel 1910 e morì a Roma nel 1982. Fu uno dei più straordinari autori di giochi brevi in versi, ma la sua non lunga stagione enigmistica ha fatto un po’ dimenticare gli splendidi lavori che propose soprattutto su “Fiamma Perenne”, “Penombra”, “La Corte di Salomone” e “Il Labirinto” negli anni dal 1948 al 1958.

Indovinello
UN INCIDENTE A BARTALI
Mentre per la rottura del rapporto
lì per lì è parso grave l’incidente,
per la riparazione necessari
furon quattro secondi solamente.
(Fiamma Perenne, 1947)
Soluzione: Il duello

Anagramma (2 8 = 4 6)
UNO SCOLARO SVOGLIATO
Per una brutta china egli s’è messo
e i suoi compiti sono sempre in bianco:
non brilla molto, a dir la verità,
e sta lì solo per scaldare il banco!
(Fiamma Perenne, 1954)
Soluzione: Lo sciatore = sole artico

Anagramma (5 9 = 7 2 5)
LA CASA DEL COINQUILINO CHIASSOSO
Dite, ma non vi pare sia abitata
da gente veramente indiavolata?
Specie quando fa buio e sto nel letto
a me fa un certo effetto!
(La Corte di Salomone, 1946)
Soluzione: Città demoniaca = camicia da notte)

4 commenti:

  1. Fermo restando, caro Silvano, che non sputo nel piatto in cui ho mangiato, sono convinto che quelli come noi (della nostra generazione) hanno mitizzato alcuni autori perché avevamo vent'anni e mandavamo giù i giochi a memoria. Oggi non ne sono più tanto convinto, sai? I tre giochi che hai postato sono ineccepibili, ma tantissimi altri non resistono al logorio del tempo, sono illeggibili, forse perché allora si privilegiava molto il senso apparente, fatto di locuzioni inutili (e Il Valletto ne è un portatore sano) che oggi non pubblicherei mai e poi mai. Segno dei tempi. Secondo me una miriade di autori dei nostri beati e felici anni della gioventù - rispettando, ripeto, i periodi storici - non reggono assolutamente il passo con i brevi di Moreno, di Idadora, del Maranello, di Gosplan o di Mac. Oggi, almeno per quel che mi riguarda, non accetto più i "versi trampolino", retaggio di un'epoca fatta di giacche e cravatte che, ahimè, non ci appartiene più.

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  2. Sai bene che sono d'accordo con te, ma i lavori non possono essere disgiunti dal contesto in cui sono nati. Chiaro che (per fare un esempio) un breve con soluzione "la manicure" e "mani in mano" nello svolgimento oggi non ci va proprio giù. Per il resto, si trovano esempi più che buoni anche negli autori che sono stati apprezzati dalla "nostra generazione". Ovvio che non prendiamo tutto "in blocco".

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  3. Qualche amico si lamenta per l'impossibilità (spero temporanea) di inserire commenti. Credo che si tratti di problemi della piattaforma. Pasticca mi prega di postare questo suo commento:
    Su Domenica Quiz appare ogni settimana una colonnetta di brevi d'epoca, chiamiamoli così, curata dal bravo Pisanaccio, che ripropone le opere di tanti fra quei valenti autori cui si riferisce Atomino. Alcuni giochi sono ancor oggi gustosi, altri, com'è logico, appaiono un po' datati, riferendosi, magari, a personaggi del passato.
    Credo comunque non si possa paragonare Marin Faliero a Moreno o Renato il Dorico a Idadora. E' un altro mondo. Un'altra cultura e un'altra maniera di far enigmistica. Del resto non invano sono trascorsi cinquant'anni.
    Piuttosto, sarebbe curioso chiedersi: come valuteranno i nostri lavori (che a noi, oggi, paiono modernissimi) gli enigmisti del 2061?

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  4. Caro Pasticca, ovviamente capisco il periodo storico, ci mancherebbe! Ma è pur vero che è inevitabile fare confronti (è come quando ci si vede vestiti, in vecchie foto, con un abbigliamento che oggi non ci appartiene più) ed è pure normale essere orgogliosi della nostra epoca. Perché mai dobbiamo innalzare a tutti i costi sugli altari un periodare che non ci appartiene (quasi) più? Nostalgia? Desiderio di ritornare giovani? Esaltando Moreno & C. esalto le conquiste che abbiamo fatto anche grazie ai nostri padri storici. Ma allora mi chiedo: perché osannare Marino e Il Valletto quando il Genio assoluto è stato Antro? Siamo tutti bravi ad affacciarci, ma il merito va ascritto a chi ha inventato la finestra! Diciamo, in conclusione, che con questo intervento non intendo affatto rinnegare il passato, ma esaltare con orgoglio il livello a cui siamo giunti. Soprattutto per questi motivi mi trovi d'accordo quando invochi il giudizio dei posteri e se scavi bene fra le pieghe della Sibilla trovi un mio saluto agli enigmisti del futuro.

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