sabato 18 agosto 2012

Note crittografiche

Nota 1: Non mi sono mai piaciute le crittografie in cui una parola della prima lettura rimane invariata nella frase finale (lo so che cambia il significato, ma la mia avversione per tale meccanismo resta).

Nota 2: Tutto sommato, mi sono convinto che Guido abbia fatto bene a trasformare la “Crittografia mnemonica” in “Frase bisenso”: se non altro il cambio di denominazione fa sparire la dicitura “Crittografia” per questo tipo di gioco.

Nota 3: Succede spesso che per risolvere una crittografia (specialmente quella che un tempo si definiva “pura”) sia necessario saltabeccare a destra e a manca per trovare l'“ordine” d’utilizzazione delle lettere dell’esposto. Capisco che un esposto di senso compiuto abbia un suo pregio, ma un minimo di rispetto per i solutori ci vorrebbe.

4 commenti:

  1. Condivido in pieno l'avversione per quelle crittografie che conservano in prima e seconda lettura una medesima parola, seppur con diverso significato. Proprio mi disturbano.
    Circa le mnemoniche, in effetti essere riusciti a togliere il termine "crittografia" è un risultato apprezzabile. Del resto,se tutti noi parlando di validi giochi di questo tipo abbiamo sempre detto "una bella mnemonica" invece di "una bella crittografia mnemonica" un motivo ci sarà.
    Circa le pure un po' contorte, trovo ragionevole l'invito agli autori ad evitare troppi...salti. Comunque ho sempre giudicato come tipo di crittografia più difficile la "sinonimica".

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    1. Punto 2 - Il bello è che ormai non è "mnemonica" da quando non si pubblicano più le dantesche (cioè più di 100 anni). Prima dovevi ricordarti un verso, ma dagli anni Venti/Trenta in poi bisogna fantasticare su cosa vuol dire l'autore dando un esposto sic et simpliciter. Se l'abbiamo sempre chiamata "mnemonica", Riccardo è solo perché spesso ci adagiamo e ci affezioniamo su quello che si è letto in passato. E per noi diventa prima abitudine e poi legge.

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    2. Punto 1 - A me invece non dànno fastidio. Questo è il caso lampante che dimostra come i nostri giochi, la nostra arte, vadano giudicati solo con criteri estetici e giammai con regole.

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  2. Intervengo solo sul punto 3 per dire che sposo appieno le parole di Ser. Mi sembra che ultimamente sia invalso l'uso di forzare molto le prime letture pur di avere un esposto di senso compiuto, e questo rende difficile risolvere i giochi.

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