Ti insegnava mille cose di enigmistica anche quando
parlava di pallacanestro o di musica. Le prime volte ti domandavi come fosse
possibile, poi prendevi atto e ringraziavi il destino.
Ci accomunava l’inusuale
mestiere dell’incrociar parole, così bello quando esce dalla banalità dei triti
vocaboli e dalla frettolosa ansia della chiusura.
Ci accomunava la
passionaccia dell’inventare giochi e di risolvere quelli degli altri, che è un
po’ come voler scrutare per un attimo nel misterioso labirinto dell’altrui
mente.
Anni belli, troppo presto
conclusi.
Poi, l’ultima telefonata,
il viaggio a Milano per l’addio e Aldina che davanti alla chiesa dice: “Ci
siete proprio tutti”. Sì, ci siamo proprio tutti.
E domani saranno
trent’anni.
Per tantissimi era Bartezzaghi,
quello che a pag. 41 della “Settimana Enigmistica” firmava il mitico gioco
noto, appunto, come “il Bartezzaghi”.
Per l’autore di questo blog, che ormai quasi
sempre tace, travolto da eventi ostili, era ed è l’amico Piero. Per lui e per
il suo ricordo ritorna per un momento l’antica voce.
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