Tra le “Cartoline del pubblico” apparve in un numero della “Domenica del Corriere” del 1917 il seguente scherzo poetico-enigmistico:
Gli chauffeurs di due signori
discutevano un bel dì
quale più dei due motori
fosse forte di HP.
Discutendo, i loro cuori
si scaldarono così
che a ceffoni ben sonori
quella disputa finì.
MORALE:
Non c’è davvero da meravigliarsi
a veder due chauffeurs HPigliarsi.
Mi sembra di poter affermare che l'elemento scherzoso, un tempo assai diffuso in enigmistica, è oggi praticamente scomparso. Anche i "brevi" sono molto più seri di una volta così come gli autori di "poetici", io per primo, lo ammetto, creano lavori sempre più "esistenzialisti", che si riferiscono agli stati d'animo, abbastanza confusi e problematici, dell'uomo contemporaneo.
RispondiEliminaInsomma, pure noi siamo, volenti o nolenti, piccolo specchio dei tempi.
mi perdonino coloro che reputano queste due righe troppo filosofiche o che vado fuori tema rispetto al pensiero di Pasticca, ma credo che effettivamente ci prendiamo troppo spesso sul serio; anche recentemente ho letto sulle riviste "comunicazioni di servizio" di chi "si ritira" per sempre, (e sto parlando di uno dei grandissimi del nostro mondo) per non essere stato sufficientemente ascoltato (abbrevio per necessità di sintesi, nessuno me ne voglia). Quando leggo queste cose (e di questi stati d'animo nel nostro mondo ce ne sono ancora e diversi) di regola mi dò un pizzicotto per svegliarmi e mi dico, per non perdere il senso del reale, che è importante non dimenticarsi mai che stiamo comunque parlando ad un mondo di mille persone in un universo di sessanta milioni. E che un indovinello deve essere un piacere sia per chi lo crea che per chi lo vuole risolvere, che ci sia o non ci sia (naturalmente è solo un esempio per rafforzare un concetto) il diagramma numerico o no.
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