venerdì 2 ottobre 2009

Win for life

Ho letto un sacco di sciocchezze sul nuovo gioco della Sisal. Intanto i gestori non rischiano niente, i premi maggiori sono random e gestiti dal sistema (perché mai altrimenti il “numerone” dovrebbe essere fornito esclusivamente dalla macchina e non scelto dal giocatore?).
Gli altri premi sono a totalizzatore, come nel Totocalcio e nel Superenalotto: più vincitori, quote più basse; meno vincitori, quote più alte. In ogni caso, nessun rischio per chi organizza.
Detto questo, come in tutti i giochi ci sono i vincitori di grossi premi (pochi) e i vincitori di piccoli premi (tanti).
Mi sembra una questione oziosa calcolare ogni volta le probabilità e dire che è un’ulteriore tassa. Sono in ogni caso tasse volontarie, non come le imposte che incidono pesantemente sul reddito dei dipendenti (e anche di altri lavoratori, se onesti).
Infine vorrei dire che tutte le volte che vado alla cassa per una vincita soddisfacente, ho sempre un riverente pensiero per gli amici matematici. Lo so bene che la matematica dice che è assurdo giocare, ma il caso a volte dice il contrario.

3 commenti:

  1. Condivido il tuo pensiero, Silvano, sul fatto che sia una tassa volontaria nulla da eccepire. Però in questo caso condivido anche il pensiero di chi sostiene che un'estrazione all'ora sia una cosa "immorale". Siamo ammorbati continuamente da servizi sui rischi del gioco, presentando casi di persone (con evidenti problemi) che si riducono sul lastrico giocando d'azzardo ai videopoker o al gratta e vinci e amenità simili, ma poi lo Stato pubblicizza a tutto spiano un gioco che propone a tutte le ore una possibile giocata, prospettando vincite facili e alla portata... C'è gente che passa la giornata dentro la ricevitoria, ovviamente più di prima, da quando esiste questo nuovo gioco. Niente da dire, egoisticamente si può dire che ognuno fa come crede, nessuno obbliga nessuno a giocare, una persona equilibrata non si rovinerà mai col gioco: resta il fatto che, secondo me, la gente che si rovinerà sarà sempre di più. E sotto un velo di ipocrisia lo Stato continuerà ad ammonire "Giocate sì, ma con giudizio...".

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  2. Hai ragione. Ma purtroppo la "moralità" in questo campo non esiste: più la gente gioca, più lo Stato incassa. E' un po' come il discorso delle sigarette: tutti sanno che fanno malissimo, ma le vende lo Stato.

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  3. Esatto, proprio così. Ma non ci sarebbe niente da dire se non fosse proprio lo Stato ad ammonire le persone sui rischi del gioco, del fumo e dell'alcol (anche, e soprattutto quest'ultimo pubblicizzato all'eccesso, mentre il fumo non più, perché quello, sì, è da cattivoni, con tanto di "disclaimer" sui pacchetti... peccato che non è a causa del fumo che rischi di andarti a schiantare a 200 all'ora).
    Da qui la fastidiosa ipocrisia a cui mi riferivo... io, poi, che tutto posso essere tranne che un "moralista".

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