mercoledì 12 agosto 2009

Solutori... da casa


Una pagina della "Diana d'Alteno" usata come base per preparare la pagina solutori del fascicolo successivo. In un secolo che cosa è cambiato nel cosiddetto campionato solutori? Quasi niente, direi. Cerco di capire se questa gara abbia un senso oggi che tutti in un istante comunicano con tutti. E del resto nessuno in nessun tempo ha mai vinto le gare solutori "da casa" risolvendo da solo o col proprio gruppo tutti i giochi annuali di una rivista. E' assolutamente impossibile. Cosa ne pensate?

7 commenti:

  1. Appartengo ad un tipologia di solutore abbastanza particolare: quella di chi risolve piuttosto poco a casa (anche perché a Siena sono rimasto da solo), galvanizzandosi più che altro nella partecipazione alle gare "dal vivo". La questione posta è sicuramente interessante e dibattuta da decenni o secoli (vedo che già nel 1925 c'era un gruppo- campione che si chiamava GLI ANTISCAMBISTI...ma dobbiamo crederci?). Io la penso così: fin quando far parte di una "squadra" cittadina significava ritrovarsi insieme, incontrarsi ad un bar o nel salotto di un enigmista, ridere, scherzare e anche risolvere in allegria, perché no? L'aspetto dei giochi "scardinati" e delle bistellature appariva secondario.
    Oggi, a quanto mi risulta, nessuno si incontra più con nessuno, pur risiedendo magari nella stessa area geografica o città. I contatti avvengono quasi totalmente a mezzo e-mail, chat o telefonica.
    Mi dico: in questa situazione, sarebbe un errore abolire i campionati solutori, perché in fondo l'impegno del risolvere almeno un merito ce l'ha: tiene in contatto amici e colleghi. E' chiaro che le classifiche vanno prese e considerate per quel che valgono. Ma ricordiamo sempre che il nostro è un HOBBY, una PASSIONE senza scopo di lucro.

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  2. Riferisco il pensiero di Guido, che non riesce (non so per quale motivo tecnico) a postare un commento. "Lo scambismo c'era allora e c'è oggi" (E siamo d'accordo, c'è sempre stato, ma questo non risolve la situazione). "La Sibilla ha risolto il problema grazie al fax: non ci sono santi, vince chi spedisce le soluzioni per primo". (Niente da dire, tanto è vero che il sistema della Sibilla, Guido confermerà, lo ha suggerito il sottoscritto). "Per Pasticca: non è vero, ci sono alcuni gruppi sibillini che si radunano puntualmente ogni mese e a loro non importa della famosa stellina" (Va bene, si faceva un discorso generale, è chiaro che poi qualche situazione è differente). Riportato, spero fedelmente, il pensiero dell'amico Guido, io dico che il mio tema non era questo. Onore a chi manda venti soluzioni trovate da lui stesso, ma questi non mira a vincere la gara solutori. La mia domanda era: serve la gara solutori se coloro che vogliono vincerla risolvono tutti insieme? Se Guido vuole, lasciamo da parte il caso Sibilla.

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  3. Il fatto che alcuni gruppi, sibillini o non, si incontrino puntualmente ogni mese ovviamente ci fa piacere ma, come sottolineato giustamente da Silvano, il nostro è un discorso più generale. Anzi, si potrebbe parlare di belle eccezioni che confermano la regola. Non è solo una questione che riguarda l'enigmistica. La vita scorre frenetica, i problemi e gli impegni personali sono tanti, i ritagli temporali per vedersi, sopratutto nelle grandi città, sono scarsi o inesistenti.
    Continuo a pensare che i campionati solutori non si debbano comunque eliminare, sia perché ci sono parecchi abbonati alle riviste che sono unicamente solutori e non autori, sia perché, in qualche maniera, il torneino costituisce un collante di contatto. E badate, non parlo di quei 3-4 gruppi o isolati che si contendono le medaglie. Per parecchi enigmisti, anche per me, se un mese risolvo 40 giochi su 60 e la volta dopo mi miglioro e leggo accanto al mio nome 45 su 60, ad esempio, la cosa mi dà una piccola gioia.
    Poi, per decretare i nomi dei campioni, va benissimo il sistema del fax di Guido o qualsiasi altra idea valida.

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  4. Non riesco a capire, davvero, la differenza fra ieri e oggi: la realtà è che si scambiava prima e si scambia oggi. Oggi più velocemente ma il do ut des non cambia. Ho conosciuto tanti "campioni" (isolati e no) che erano delle vere schiappe. Io non ce l'ho con gli scambisti, ma ce l'ho con gli scambisti schiappe che non permettono ai più forti di vincere

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  5. Eh, stai dicendo quello che dico io: la gara solutori "da casa", fatta nella maniera tradizionale, non ha mai avuto senso. Io mi diverto a risolvere in chat con gli amici, ma non partecipo al cosiddetto campionato solutori: basta non mandare le soluzioni di un numero.

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  6. Salve a tutti

    io sono d'accordo con Pasticca
    Se per scambismo si intende lo scambio di soluzioni tra solutori esterni al "gruppo" non mi va bene e non mi interessa, ma scambiare suggerimenti, idee, mezze sol. all'interno è una ricerca che oltre "tenere i contatti" mi stimola a impegnarmi e mi dà soddisfazione quando riesco a centrare quella giusta. Non è per vincere un campionato, è il piacere della sfida, ma credo che su questo siamo tutti d'accordo

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  7. Prima di dire la mia ho riletto la discussione sullo stesso argomento che facemmo nel forum di Enignet. Dei numerosi interventi trascrivo quello di Emilians, che condivido in pieno:

    «...il fatto che ci sia un campionato solutori mi ha stimolato a risolvere di più... se non avessi avuto lo stimolo di fare un buon punteggio - e anche di fare una bella figura coi miei compagni di squadra - avrei probabilmente abbandonato tante crittografie che non venivano non dico di primo acchito, ma nemmeno di secondo terzo o quarto.»

    A favore del campionato solutori aggiungo questa considerazione... venale: Penombra nel mio gruppo ha 15 abbonati; gli enigmisti conosciuti da tutti sono 4 o 5; gli altri risolvono "a casa" per piacere personale e per contribuire al punteggio del gruppo; credo che per loro il campionato (qualunque siano le modalità che i direttori di rivista vorranno scegliere) sia uno stimolo al rinnovo dell'abbonamento.

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