venerdì 8 maggio 2009

Un enigma di Malombra

Molti anni fa, le riunioni del gruppo enigmistico pisano erano a casa di Malombra (Anna Maria Ducci), a due passi da Piazza dei Cavalieri. A quegli appuntamenti partecipavano Marin Faliero, Ciampolino, La Morina, Tristano, Buschetto, Ruzante, Alpa, Alda, Adalgisa e tanti altri appassionati autori e solutori. Per me erano incontri straordinari.
Vorrei ricordare Malombra con un suo enigma, apparso nel 1973 sulla rivista genovese "Aenigma", diretta da Brand (Giovanni Murchio).

Enigma
IO, LOUIS ARMSTRONG
Se di me ricordate
quella vita in comune
nella colonia ambigua
con tanti come me
(alberi senza foglie
esposti a ogni corrente
nella città tentacolare)
saprete che
io
sui banchi del riformatorio
già ascoltavo fremendo nel profondo
una tromba dal cielo.
Se ancora ricordate
le mie celebri labbra
i miei virtuosismi di negro
i miei ritmi in blu
saprete che
io
anche nella fortuna
non mossi ciglio
ma conobbi il pianto amaro, eterno,
come altri come me.
Emergere e morire...
Ecco perché vi dico
che l'ingegno è tortura
per la barriera di colore:
e travolge e trascina
e strazia e ti regala
la corona di spine.
Questo quanto io ho tratto
dalla mia esistenza
io
il cornettista de "La vie en rose".

4 commenti:

  1. Eh, sì: grande gioco! Tante e articolate idee sciolte in un contesto di appassionato lirismo moderno.

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  2. io ho un'adorazione particolare per Malombra, ricorderò sempre il suo... "solletico", a dir poco scandaloso per l'epoca.

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